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Data di pubblicazione : 11/11/2013

 

Un invito alla preghiera

Parte seconda


 

Hai dimenticato come muoiono certi uomini? Si avvicinano alla morte assolutamente alieni alle cose di Dio. Non solo si rivelano tristemente ignoranti del suo vangelo, ma mancano altrettanto tristemente della forza per parlargli. C'è nei loro sforzi per avvicinarsi a lui un terribile imbarazzo e una grande difficoltà. Sembra abbiano a che fare con una novità, come se volessero che qualcuno li presentasse a Dio, come se non gli avessero mai rivolto prima la parola.

Ricordo di aver udito di una donna che era ansiosa di ricevere la visita di un ministro di culto, durante la sua malattia. Desiderava che questi pregasse per lei. Lui le chiese per cosa avesse voluto che si pregasse, ma lei non seppe dirlo. Era totalmente incapace di menzionare una qualsiasi cosa da fargli chiedere a Dio per lei. Tutto ciò che pareva volere era la forma delle preghiere di quel ministro. 

Lo capisco. I letti di morte sono grandi rivelatori di segreti. Non riesco a cancellare il ricordo di quello che ho visto presso i capezzali di persone malate o morenti. Questo è un particolare che contribuisce a farmi credere che sono pochi quelli che pregano. Ora, io non posso vedere il tuo cuore, non conosco la tua storia privata nelle cose spirituali. Ma da ciò che vedo nella Bibbia e nel mondo, sono sicuro che non potrei rivolgerti una domanda più necessaria: preghi? Ti chiedo se preghi perché la preghiera un atto di devozione nell'esercizio del quale c'è un grande incoraggiamento.

Da parte di Dio, è stato fatto tutto perché essa fosse semplice, se solo gli uomini volessero praticarla. Tutto  è pronto, da questa parte. Ogni obiezione è stata anticipata ed è stato provveduto al superamento di ogni difficoltà. I luoghi tortuosi sono stati raddrizzati, quelli ripidi resi piani. Non c'è scusante per l'uomo che non prega. C'è una via attraverso la quale qualunque uomo, per quanto immorale e indegno possa essere, può accostarsi a Dio Padre. Gesù Cristo ha inaugurata quella via grazie al sacrificio fatto sulla croce per noi. La santità e la giustizia di Dio non devono spaventare i peccatori sì da tenerli lontani. Gridino semplicemente a Dio nel nome di Gesù, invochino soltanto il sangue riparatore di Gesù e troveranno Dio seduto sul trono della grazia, disponibile e pronto ad ascoltare. Il sangue di Cristo è un salvacondotto infallibile per le nostre preghiere. In quel nome, un uomo può accostarsi a Dio con franchezza e domandare con fiducia. Dio si è impegnato ad ascoltarlo. Pensateci. Questo non è incoraggiamento?

Egli è un Avvocato e un Intercessore sempre pronto a presentare le preghiere di coloro che si accostano a Dio per mezzo di Lui. Quale Difensore abbiamo in Gesù Cristo! Egli unisce le nostre preghiere all'incenso della sua onnipotente intercessione. Così accompagnate, esse salgono come un profumo soave davanti al trono di Dio.

Misere in sé stesse, diventano autorevoli e potenti nella mano del nostro Sommo Sacerdote e Fratello maggiore. Un assegno bancario senza la firma non è che un inutile pezzo di carta. Quel tratto di penna gli conferisce tutto il suo valore. La preghiera di un povero figlio di Adamo è poca cosa in sé stessa, ma una volta messa nella mano del Signore Gesù vale molto.

Nella città di Roma c'era un ufficiale incaricato di tenere sempre le porte aperte, per ricevere qualunque cittadino romano richiedesse il suo aiuto. Allo stesso modo, l'orecchio del Signore Gesù è sempre aperto per udire il grido di tutti coloro che desiderano misericordia e grazia. La sua occupazione è aiutarli. La loro preghiera è il suo diletto. Rifletteteci. Questo non è incoraggiamento?

 Lo Spirito Santo è sempre pronto a sovvenire alle nostre debolezze nella preghiera. Fa parte del suo speciale ufficio assistere il credente nei suoi sforzi di dialogare con Dio. Non dobbiamo essere prostrati e afflitti dal timore di non sapere cosa dire. Lo Spirito ci darà le parole, se chiederemo il suo aiuto.  Le suppliche del popolo del Signore sono l'ispirazione dello Spirito del Signore, l'opera dello Spirito Santo che dimora in noi come Spirito di grazia e di supplicazione. Certamente, il popolo del Signore può esser sicuro di venire ascoltato. Non sono solamente loro a pregare, ma è lo Spirito che intercede in loro. Fratello, pensaci. Questo non è incoraggiamento? Promesse eccezionalmente grandi e preziose sono in serbo per quelli che pregano. Cosa intendeva dire il Signore, altrimenti, nel pronunciare queste parole: "Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; picchiate e vi sarà aperto; poiché chiunque chiede riceve, e chi cerca troverà e a colui che picchia sarà aperto" (Mat. 7:7, 8), oppure "Tutte le cose che domanderete in preghiera, se avete fede, le otterrete" (Mat. 21:22) o anche "quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio.  Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò" (Giov. 14:13-14).

E quando raccontò le parabole dell'amico importuno e della vedova insistente (Luca 11:5; 18:1)? Riflettete su questi passi. Se non sono degli indubitabili incoraggiamenti a pregare, allora le parole non hanno significato.

Abbiamo nella Scrittura dei meravigliosi esempi della potenza della preghiera. Niente è più grande, troppo impegnativo o difficile per cui pregare. La preghiera ha ottenuto cose che parevano impossibili da raggiungere. Ha prevalso sul fuoco, sull'aria, sulla terra e sull'acqua. La preghiera aprì il Mar Rosso, fece scaturire acqua dalla roccia e scendere pane dal cielo. Fece fermare il sole, fece scendere fuoco dal cielo sull'olocausto di Elia. Fu la preghiera che trasformò il consiglio di Achitofel in follia, che distrusse l'esercito di Sennacherib. Maria la regina di Scozia disse: "Temo più le preghiere di John Knox che un esercito di diecimila uomini".

La preghiera guarisce i malati, fa risuscitare i morti, produce conversioni di anime. "I figli di molte preghiere", disse un antico credente alla madre di Agostino, "non periranno mai". Preghiera, sofferenze e fede posso far tutto. Niente è impossibile quando un uomo possiede lo spirito di adozione. "Lasciami stare" fu la notevole richiesta di Dio a Mosè, quando questi voleva intercedere per i figli d'Israele; qui la versione caldea ha "smetti di pregare" (Es. 32:10). Finché Abrahamo intercedette per Sodoma, il Signore accondiscese sempre alle sue richieste: non smise di concedere se non quando il patriarca cessò di pregare. E questo non è forse incoraggiamento?

Cosa può desiderare di più un uomo, nel prendere una qualsiasi iniziativa religiosa, oltre a ciò che ho appena detto sulla preghiera? Cosa si potrebbe fare di più per rendere agevole il sentiero che mena al Trono della misericordia e per rimuovere ogni occasione di caduta dalla via dei peccatori? Certo, se il diavolo, nell'inferno, porrebbe una simile porta aperta dinanzi a loro, essi salterebbero di contentezza e lo stesso pozzo dell'abisso sarebbe traboccante di gioia.

Ma dove dovrà nascondersi, alla fine, l'uomo che trascura tali incoraggiamenti gloriosi? Cosa può dirsi di un individuo che, dopo tutto, muore senza preghiera? Sicuramente devo preoccuparmi che tu non sia di quelli e devo chiederti: preghi?

Chiedo se preghi perché la diligenza nel pregare è il segreto della più grande santità:

senza dubbio, esiste una grande diversificazione tra i cristiani. C'è un divario enorme tra il primo e l'ultimo soldato dell'esercito di Dio. Tutti combattono lo stesso buon combattimento, ma quanto valorosamente alcuni combattono più di altri! Compiono tutti l'opera del Signore, ma quanto instancabilmente alcuni più di altri! Sono tutti luminari nel Signore; ma quanto risplendenti alcuni sono più di altri! Corrono tutti il medesimo palio; ma quanto velocemente alcuni più di altri! Amano tutti lo stesso Signore e Salvatore; ma quanto alcuni Lo amano in maggior misura di altri!

Per cui, chiedo a qualunque vero cristiano se non sia verità quello che ho appena detto. Non stanno così le cose? Ci sono alcuni del popolo del Signore che non sembrano mai capaci di migliorarsi, dalla loro conversione. Sono nati di nuovo, ma rimangono bambini tutta la vita. Li udite parlare sempre della solita vecchia esperienza. In loro notate sempre la stessa mancanza di fame spirituale, di interesse per qualsiasi altra cosa che esca da quel loro cerchio ristretto che avevate osservato dieci anni prima. Certo, sono anch'essi pellegrini, ma assomigliano a quei gabaoniti di cui parla la Bibbia: il loro pane è sempre duro e sbriciolato, le loro calzature sempre logore, le loro vesti sempre sbrindellate. Dico questo con dolore e rammarico; tuttavia, chiedo a qualunque vero cristiano: non è così?

Altri del popolo del Signore sembrano andare sempre avanti. Crescono come l'erba dopo la pioggia. Prosperano come Israele in Egitto. Tengono duro come Gedeone, e benché a volte stanchi, continuano a inseguire il nemico. Aggiungono grazia su grazia, forza su forza. Ogni volta che li incontrate, i loro cuori vi si presentano più ampi e la loro statura spirituale più alta e solida. Ogni anno che passa, pare che vedano e sappiano di più, credano di più, sentano in misura maggiore il loro sentimento religioso.

Non solo hanno delle opere buone a conferma della concretezza della propria fede, ma sono anche ricchi in esse. Non solo fanno il bene, ma si mostrano instancabili nel compierlo. Osano grandi cose e fanno grandi cose. Se falliscono, ci riprovano e se cadono, si rialzano di nuovo. Eppure, si considerano sempre dei servitori poveri e inutili, pensano di non aver fatto niente. Questi son quelli che rendono la religione piacevole e allettante agli occhi di tutti. Essi riescono a strappare elogi anche ai non convertiti e riscuotono pareri positivi anche dagli egoisti del mondo. Fa piacere vederli, essere insieme a loro e ascoltarli. Quando li incontrate, sembra che, come Mosè, siano appena usciti dalla presenza del Signore. Quando state con loro, vi sentite riscaldati dalla loro compagnia, come se l'anima vostra fosse stata vicina a un fuoco. Io so che tali persone sono rare. Ce ne sono molte? E allora come si  spiega la differenza di cui ho appena parlato? Per quale ragione certi credenti brillano più di altri o sono più santi di altri? Io credo che, in diciannove casi su venti, sia l'abitudine di praticare la preghiera in privato, quella che faccia la differenza. Io credo che chi è poco santo prega poco e chi è molto santo prega molto.

Forse questa mia opinione farà sobbalzare alcuni di voi. Ho pochi dubbi sul fatto che molti reputano la santità una sorta di dono speciale, a cui solo qualcuno può mirare.

Se ne innamorano a distanza, attraverso i libri. Lo ritengono desiderabile quando ne vedono un esempio. Ma considerarlo alla portata di pochi, è ormai una realtà radicata nelle loro menti. Lo ritengono una sorta di monopolio concesso a pochi privilegiati, di certo non a tutti.

Ora, io credo che questo sia un errore pericolosissimo. Credo che la grandezza spirituale, così come quella naturale, dipenda in gran parte dall'uso fedele di mezzi che sono alla portata di tutti. Naturalmente, non dico che abbiamo il diritto di aspettarci una miracolosa assegnazione di doni intellettuali. Dico però questo, che quando un uomo si è convertito a Dio, il suo progresso nella santità deve essere pienamente adeguato alla sua scrupolosità nell'uso dei mezzi stabiliti da Dio.

E affermo con sicurezza che il più grande mezzo attraverso il quale un credente  è diventato grande nella Chiesa di Cristo, è l'abitudine diligente di pregare in privato.

Guardate le vite dei migliori e più risplendenti servi di Dio, nella Bibbia e fuori dalla Bibbia. Andate a leggere cos'è scritto di Mosè, di Davide, di Daniele e di Paolo. Vedete cosa è ricordato di Lutero e di Bradford, i riformatori. Esaminate cosa è detto delle devozioni private di Whitefield, Cecil, Venn, Bickersteth e McCheyne.

Citatemi uno, tra tutta la compagnia di santi e di martiri, la cui vita non abbia avuto questo segno distintivo dominante: essere un uomo di preghiera.

Quindi, dipendi dalla preghiera, perché essa è potenza.

La preghiera ottiene fresche e continue effusioni di Spirito. Lui soltanto comincia l'opera nel cuore dell'uomo. Lui soltanto può portarla avanti e farla prosperare. Ma desidera essere supplicato, e chi chiede molto, otterrà molto dalla sua azione. La preghiera è il rimedio più sicuro. Contro il diavolo e il peccato che ci circonda. Il peccato non potrà sussistere, laddove lo si contrasti energicamente con la preghiera e il diavolo non avrà a lungo il dominio su chi supplica il Signore di scacciarlo via.


Fine seconda parte

 


 




     
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